Viva Verdi! Qualche giorno fa ho trovato in una vecchia scatola di legno, una cartolina in bianco e nero. Era una cartolina che mio padre aveva inviato a mia madre nel 1963 da Roncole Verdi. Egli amava definirsi il “paesano delle Roncole”.
Giuseppe Verdi rappresenta un caposaldo della storia della musica italiana. Giuseppe Verdi per me è l’Emilia, è il compositore che più mi ricorda la mia terra. Un legame indissolubile che il Maestro ha mantenuto con orgoglio, con la propria terra d’origine, con quella solida e antica radice emiliana che nell’incontro con ambienti culturali di respiro internazionale ha permesso la nascita di uno stile compositivo caratterizzato da una mirabile osmosi fra ispirazione autoctona e richiami d’Oltralpe.
Giuseppe Verdi credeva che ogni nazione dovesse coltivare il genere di musica che aveva avuto origine in essa. I soggetti adattati dai suoi librettisti provenivano per la maggior parte da vari autori romantici come Schiller, Victor Hugo, Dumas figlio, Byron, Scribe e Shakespeare. Una piccola curiosità, prima di passare al racconto di Macbeth: Giuseppe Verdi era un eccellente agricoltore…le tradizioni rurali della bassa emiliana sono radicate anche nel grande Maestro.
Macbeth è il dramma giovanile di Giuseppe Verdi, andato in scena per la prima volta al Teatro della Pergola di Firenze nel 1847, mentre la versione definitiva a Parigi nel 1865. Vediamo un po’ più da vicino quest’opera che mi ha incuriosito e che speriamo di poter vedere presto a Parma. Macbeth è stata scritta da Shakespeare nel 1606 e si ispira alla figura del Re di Scozia Macbeth. La tragedia rappresenta una delle opere più potenti di Shakespeare che ha saputo conquistare l’interesse di artisti del mondo musicale e letterario, tra cui come sappiamo Giuseppe Verdi. Nell’opera Macbeth domina un’atmosfera di dubbio e di terrore. I temi fondamentali, in essa rappresentati, sono gli impulsi capaci di trasformare un valoroso in un assassino, la schiavitù del delitto che genera una catena di altri crimini, la natura che, violata, ristabilisce l’ordine.
Ho trovato questo video molto interessante che ci guida all’ascolto dell’opera Macbeth.
Tutto deve dire qualcosa, bisogna utilizzare un linguaggio sublime ad eccezione dei cori delle streghe che devono essere triviali, stravaganti e originali.
In questa tragedia di orrori e tradimenti la vera protagonista è Lady Macbeth ed è il personaggio che studia in modo più approfondito. Cerca per questo ruolo, una voce aspra, sconsolata e cupa. Lady Macbeth è la vera macchina narrativa del dramma. La storia testimonia l’esistenza di due Macbeth. La prima versione, quella che è stata messa in scena a Firenze e la versione definitiva di Parigi. Le due opere sono molto diverse tra loro, tanto che si parla di Verdi e il suo doppio. Il Verdi della prima versione crede nelle logiche costruttive del dramma italiano mentre il compositore del 1865 crede nelle grandi unità narrative, scrive musica pensando ai caratteri forti del personaggio. Egli cerca lo spettacolo totale. Tuttavia, l’importanza della rappresentazione rimane un tratto comune sia al Verdi del 1847 sia al Verdi del 1865. La parola si fa scenica.
L’apparizione degli otto re doveva essere accompagnata dall’uso della lanterna magica . I costumi non dovevano essere fatti di seta o di velluto perché non esistevano all’epoca del Macbeth quelle stoffe. Queste indicazioni, ci fanno capire quanto fosse importante per Verdi l’allestimento scenico, ancor più della scrittura musicale.
L’opera è ambientata in Scozia nel castello di Macbeth, all’inizio del IV atto è ambientata al confine tra Scozia e Inghilterra.
Egli scrisse a Felice Varesi:
Io non cesserò mai di raccomandarti di studiare bene la posizione e le parole: la musica viene da sé. Insomma, ho piacere che servi meglio il poeta del maestro. Giuseppe Verdi
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