A Bologna sulle tracce di Mozart. Più precisamente all’Accademia Filarmonica di Bologna. Dopo di lui niente poteva restare come prima, Mozart aveva aperto le porte di un mondo nuovo. All’epoca di Mozart lo stile musicale di successo in tutta Europa era quello italiano. Lo stile italiano veniva definito galante e aspirava a una comunicazione schietta a una certa semplicità e chiarezza formale, alla netta differenziazione tra melodia e accompagnamento, al generale rifiuto della complessità. L’Italia era stata la patria dell’opera e lo spettacolo operistico rimarrà per la società europea lo spettacolo musicale più importante fino ai primi del Novecento.
Mozart venne a Bologna per un motivo molto preciso esattamente 250 anni fa. Il 9 ottobre 1770 Mozart fece l’esame di contrappunto per diventare membro dell’Accademia Filarmonica. Mozart per sostenere l’esame, dovette prendere lezione da padre Martini considerato il più illustre musicista e musicologo in Europa, ecco perché venne a Bologna.
La composizione del giovane Mozart è conservata nell’archivio dell’Accademia, ma esiste anche un’altra versione – sempre autografa – giudicata scorretta da padre Martini e conservata al Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna: Martini passò dunque una sua rielaborazione a Mozart, il quale, in sede di esame, la ricopiò fedelmente e poi la consegnò.
L’Accademia comunque, fiera di poter annoverare tra i suoi aggregati anche il grande salisburghese, nel dicembre 1884 gli intitolò la propria sala da concerto.