Nell’estate del 1911 Thomas Stearns Eliot intraprese un viaggio In Italia. Allora era studente alla Sorbona di Parigi. Scelse l’Italia come meta del suo vagabondare all’insegna dell’arte. Eliot aveva seguito un corso di storia dell’arte antica con il professore George Henry Chase e un corso dedicato all’arte rinascimentale presso il dipartimento di Belle Arti al Fogg Museum che ospitava opere scultoree classiche e dipinti italiani dal Duecento al Rinascimento. Da questa esperienza nacque la sua intenzione di venire in Italia.
T.S. Eliot era un poeta e drammaturgo nato in America nel 1888, naturalizzato cittadino britannico, morì a Londra nel 1965. Egli credeva nella virtù della parola poetica come approdo di salvezza. Nel 1948 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Tra le opere più celebri La Terra Desolata (1922) uno dei capolavori che ha influenzato maggiormente la poesia del Novecento.
Questa storia vi descriverà il suo soggiorno in Emilia, raccontato su di un taccuino, nel quale Eliot annotò il suo diario di viaggio e le sue impressioni. Visitò in particolare modo Ferrara, Bologna, Modena e Parma.
Poiché tu conosci solo un mucchio di immagini infrante. Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine. Cit. La Terra Desolata
Dopo essere stato in Veneto, Eliot arriva a Ferrara. Ecco come le appare la cittadina emiliana.
E’ interessante come castello feudale del Rinascimento e sembra essere rimasto in gran parte nel suo stato originale, con fossato, ponti levatoi e saracinesca. Ora occupato dalle autorità civiche, solo una piccola parte viene mostrata ai visitatori. Gli affreschi di Dosso Dossi e le quattro fasi del giorno sono di scarso interesse in se stessi. La loggia della camera di Eleonora con veduta e un’altra loggia con un piccolo terrazzo. Da una si vede la cappella di Renata, dentro, nessuna finestra. Le segrete di Parisina e Ugo sono tutto quel che delle segrete dovrebbero essere.
Questo è quanto Eliot annotò sul suo taccuino di viaggio. Oggi il Castello di Ferrara è meta di attrazione internazionale. Esso ha stanze e angoli segreti che il giovane poeta non ebbe la fortuna di visitare, poiché all’epoca non accessibili. Il Castello Estense di Ferrara è il simbolo della città ed è un prestigioso esempio conservato di castello medievale e contemporaneamente di residenza rinascimentale.
Dopo essere stato a Ferrara giunse a Bologna, della quale scrisse:
Ha una piazza davvero splendida. Fontana nobile ma non di mio gusto. Il grande rilievo della Madonna è davvero straordinario e un’opera di talento; senza dubbio contribuisce molto all’effetto complessivo della piazza.
Di Bologna visitò non solo la Piazza del Nettuno ma anche Palazzo Bevilacqua, al quale riservò parole di grande stupore.
Ha forse la più straordinaria corte rinascimentale che io abbia visto. Qualcosa nel gusto di Mantegna. Splendidi fregi e un nobile pozzo.
Nella prossima storia vi racconterò cosa scrisse su quel taccuino quando giunse a Modena e a Parma.
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