Come può una stagione raccogliere nei suoi colori e nei suoi profumi inconfondibili stati d’animo ed emozioni così forti ed intensi da lasciarci sorprendere ogni volta che il calendario scorre al mese di ottobre? L’autunno è arrivato e una piacevole sensazione ci accompagna, così come la voglia di scoprire paesaggi inediti e piccoli tesori nascosti, ci rende felici e temerari. Scorci, viste panoramiche oppure semplici angoli tra le vie di città, in autunno si trasformano in luoghi da ammirare per la loro intensità di colori. Dal rosso intenso al giallo ocra, un arcobaleno di tonalità calde ci appare davanti ai nostri occhi e noi rimaniamo ammaliati dalla bellezza della natura intorno a noi.
E’ una giornata di tiepido sole autunnale, pervasa dai profumi di legna arsa al fuoco per i camini accesi all’interno delle dimore che circondano il castello. Siamo a Levizzano Rangone, un piccolo borgo a pochi chilometri dalla città di Modena e ad una manciata di minuti dalla famosa Maranello, la patria della Ferrari.
Tutt’intorno si estendono dolci colline colme di vigneti, dai mille colori dell’autunno. Il silenzio viene interrotto dal cinguettio degli uccellini che felici volano tra i chicchi d’uva bruna caduti a terra dopo la raccolta. Il tempo della vendemmia ormai è concluso, i grappoli d’uva sono stati raccolti e le aziende agricole intorno al villaggio si danno un gran da fare per dare vita al Lambrusco, il vino che regna sovrano in questa terra d’Emilia nel comune di Castelvetro di Modena.
La nostra gita fuori porta ci ha portato in questo luogo che sembra essere uscito da un libro di racconti per bambini per la bellezza, che esprime e per la sua perfezione. Saliamo al castello di Levizzano e ammiriamo le mura imponenti e la sua architettura che risale al XII secolo, anni in cui si iniziò la costruzione. La Torre Matildica svetta alta nel cielo d’autunno e insieme al maniero rappresentano i simboli di Levizzano Rangone. Il centro storico è fatto da un piccolo agglomerato di case di un tempo, ristrutturate con sapienza e meticolosità che raccontano storie di vita fatte di semplici cose.
Per un attimo chiudiamo gli occhi e godiamo di questa atmosfera surreale con i suoi profumi autunnali che rendono la nostra permanenza un momento memorabile. Decidiamo di fermarci per un pasto frugale in una delle trattorie che si trovano lungo la strada che da Levizzano porta a Puianello. Ci accoglie un’atmosfera familiare e piatti tipici della tradizione, fatti a mano dalle signore in cucina che orgogliose indossano il loro grembiule bianco come le nostre nonne. Gnocco fritto accompagnato da un abbondante e prelibato tagliere di salumi e Parmigiano Reggiano sono un piccolo antipasto. Scegliamo poi di assaggiare i tortelloni di ricotta e spinaci e tortelloni di zucca che ci deliziano il palato. Sapori a noi cari, perché nati e cresciuti in Emilia e che ci riportano alla mente ricordi d’infanzia, quando impazienti alla domenica attendavamo la chiamata a tavola, sempre imbandita di ogni leccornia. Un buon bicchiere di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro accompagna il pasto. Non è difficile trovare piccoli ristoranti dal carattere rustico e familiare in queste zone.
Dopo la sosta per il pranzo, continuiamo il viaggio a bordo della nostra Harley Davidson, per cogliere a pieno i profumi di ottobre. Il sole illumina con i suoi raggi lievi le colline di vigneti che circondano Levizzano, un fascino intatto, uno spettacolo sorprendente, che si apre davanti ai nostri occhi. Ci soffermiamo a scattare qualche foto e riprendiamo la strada che porta a Puianello, fatta di tornanti e vedute mozzafiato. A destra e a sinistra vediamo i calanchi, un fenomeno geomorfologico erosivo provocato dall’acqua su terreni argillosi, che scolpiscono e modellano il territorio, rendendolo un paesaggio a tratti lunare. Dopo aver percorso qualche kilometro sulla strada provinciale, arriviamo al Santuario della Beata Vergine della Salute che sorge sul colle di Puianello, nel Comune di Castelvetro a 475 metri sul livello del mare. Una terrazza sulla Pianura Padana si apre dinanzi a noi, dalla quale è possibile ammirare un panorama che spazia fino alle Alpi. Il Santuario venne costruito nel XVII secolo per volontà del conte Ugo Rangoni come ringraziamento alla scampata peste. Allora il Santuario era una cappella dedicata alla Madonna della Salute. Con il passare degli anni quel piccolo oratorio andò in rovina e la contessa Teresa Rangoni nel 1716 diede avvio alla costruzione dell’attuale Santuario, che fu inaugurato nel 1721 a cinque anni dalla posa della prima pietra.
Rimaniamo seduti all’interno della cappella ancora qualche minuto con il naso all’insù, per cogliere ogni dettaglio costruttivo del Santuario, mentre fuori il sole comincia a fare capolino dietro alle colline variopinte. È giunta l’ora di fare ritorno verso casa e di raccogliere le emozioni di questa domenica d’autunno che porteremo con noi come un ricordo indelebile.