E’ una calda estate, una di quelle in cui si sente il bisogno di lasciare l’afa della città per trovare un po’ di refrigerio verso la montagna. La nostra si prospettava essere una gita di qualche giorno, un breve soggiorno che si organizza guardando su internet luogo e località da scegliere, in cui trascorrere un po’ del nostro tempo. L’istinto, questa volta ci ha portato a Lizzano in Belvedere, un piccolo paesino montano nell’Appenino bolognese, all’interno del comprensorio del Parco Naturale del Corno alle Scale.
Tante volte avevo sentito parlare di Lizzano in Belvedere, di Vidiciatico e di Porretta Terme. Ricordo, come se fosse ieri, quando ai tempi degli studi a Bologna, correvo in stazione dei treni per rientrare a casa dopo la giornata trascorsa all’università e vedevo puntualmente sul piazzale ovest della stazione il treno per Porretta Terme. Non so per quale motivo la mia mente cominciava a fantasticare su quel luogo, forse per il suo nome o forse perché ne avevo sentito parlare in famiglia, ma mai avevo avuto l’occasione di vedere con i miei occhi quella parte d’Emilia.
Il nostro viaggio alla scoperta della provincia montana di Bologna aveva avuto inizio proprio da quell’evocazione che era rimasta nella mia mente. Volevo scoprire quell’area a me sconosciuta e questa volta avevo deciso di prendere con noi anche le due cagnoline Vicky e Happy, che non appena salite in auto negli appositi trasportini, hanno compreso che qualche cosa di diverso le stava aspettando. Siamo partiti in tarda mattinata e anche se il weekend si preannunciava da bollino rosso per le arterie autostradali, noi abbiamo incontrato poche auto sulla statale che da Modena ci ha portato a Lizzano in Belvedere. Questa quiete ci ha permesso di poter osservare come il panorama stava cambiando di fronte ai nostri occhi, ma mano che salivamo verso il Parco del Corno alle Scale.
Le montagne si presentavano di un verde intenso, lussureggiante, dove il bosco di alberi ad alto fusto non lasciavano spazio ai calanchi. Il sole splendeva alto e invogliava ancora di più la scoperta di questo territorio che racchiude paesini montani di straordinaria bellezza.
Un racconto a cielo aperto fatto da chiesette con i loro campanili dall’architettura tipica del posto e da piccole borgate dalle case di pietra dove al passaggio si sente il profumo della legna che arde e i sapori di una volta.
Dopo circa un’oretta di auto siamo giunti a destinazione. Ecco, mi son detta tra me e me, sei arrivata a Lizzano in Belvedere!
Ad una prima occhiata, il paese mi era apparso quasi come familiare, il mio sguardo veniva catturato dalle case dislocate sul ciglio della strada principale. Le osservavo per coglierne le decorazioni floreali e l’architettura. Ora non dovevamo fare altro che arrivare all’albergo presso il quale avevamo deciso di soggiornare.
Avevamo scelto l’albergo Il Fondaccio, ci aveva colpito per la sua atmosfera calda e raffinata. Un albergo come quelli di una volta, dove il soffitto è in legno, a terra c’è il cotto e le finestre sono ampie e luminose, i cui scuri in legno verde, ricordano le vecchie case di campagna.
Una volta giunti in albergo, ci siamo resi conto che la scelta non poteva essere più azzeccata.
Una signora dall’accento bolognese ci ha accolto con grande cordialità e ci ha mostrato la nostra dimora per il soggiorno. Si trattava di una dependance, una piccola casetta in sasso, con un giardino e un meraviglioso terrazzamento sulla vallata. Non potevamo credere ai nostri occhi. Avevamo in fronte a noi uno spettacolo unico, capace di farci sognare ad occhi aperti e tutt’intorno c’era il silenzio. All’interno la casetta si presentava particolarmente accogliente per il suo animo agreste. Travi in legno e antiche tavelle a soffitto, mentre il cotto dei pavimenti mi faceva tornare alla mente la vecchia casa di campagna di Levizzano, dove ogni anno andavo a trascorrere i mesi estivi con la mia famiglia. Ma le sorprese non erano terminate perché all’interno della stanza regnava un bel camino, davanti al quale si trovavano due comode poltrone. Certo noi non avremmo mai acceso il fuoco, non ce n’era bisogno, essendo in agosto, ma la sua presenza rendeva la stanza ancora più originale e familiare.
Il nostro breve soggiorno si stava trasformando in un’esperienza memorabile, in cui si alternavano momenti di grande euforia a momenti di serenità.
Abbiamo trascorso pochi giorni in questa meravigliosa cornice dell’Appennino tra l’Emilia e la Toscana, ma ci siamo dati da fare per poter visitare i luoghi più caratteristici della zona a partire da Lizzano in Belvedere.
Lizzano era un paese molto importante negli anni passati, era considerato uno dei principali centri di villeggiatura dell’Appennino bolognese. Le cose sono cambiate nel tempo, oggi Lizzano si presenta come un luogo tranquillo, fatto dai suoi 2.250 abitanti e da turisti che cercano la tranquillità, la tradizione e la buona tavola, tra queste montagne e dedicarsi magari anche a lunghe camminate nei sentieri del Parco del Corno alle Scale o semplicemente rilassarsi, lasciandosi alle spalle il caos della vita cittadina.
Lizzano fa parte, come altri comuni, dell’Unione dell’Alto Reno che rappresenta un ente montano. Questi luoghi che sembrano essere così sconosciuti, sono al tempo stesso celebri per aver dato alla nascita il celebre scrittore e giornalista Enzo Biagi, originario di Pianaccio, un villaggio rurale che si trova a pochi km da Lizzano.
Le giornate sono trascorse via veloci e il tempo a disposizione ci ha permesso di visitare solo alcune delle attrazioni che avevamo scelto, tra cui Porretta Terme. La distanza da Lizzano è piuttosto breve, saranno all’incirca una 15ina di km. La strada è quella tipica di montagna, un vero spasso per chi piace guidare tra curve e tornanti, ma forse un po’ meno per chi preferisce le strade ampie di città.
La bellezza del paesaggio ci ha accompagnato insieme ai profumi di bosco e di erbe aromatiche, come la menta selvatica che rende l’aria particolarmente deliziosa.
Una volta giunti a Porretta Terme, abbiamo scelto il parcheggio che ci consentisse di poter lasciare l’auto senza limiti di tempo, perché non sapevamo quanto ci saremmo trattenuti.
Era domenica, la cittadina era in gran fervore, abbiamo notato una grande varietà di turisti che in quella mattina d’estate avevano deciso di visitare Porretta. Il centro storico con i suoi negozi e le sue vie tra antichi e nuovi edifici è sicuramente il cuore pulsante. In realtà c’era un altro aspetto che ci aveva colpito: i ponti sul fiume Reno e lo stesso fiume che scorre lungo la città e che è possibile costeggiare a piedi o in bicicletta. Per coloro che come noi sono piuttosto golosi, vi segnaliamo una piccolissima pasticceria di nome Corsini che si trova nel centro storico, dove potrete trovare la Tortina di Porretta. Un ricordo d’infanzia indelebile per tutti coloro che come me, non vedevano l’ora di fare merenda per poter mangiare questo dolce prelibato. Passeggiando tra le vie abbiamo trovato proprio il creatore della tortina, è qui che è nato il dolce che ha fatto sognare migliaia di bambini.
I raggi del sole si facevano sempre più caldi, l’orologio segnava oramai le 12.00 e il brontolio allo stomaco, ci avvertiva che l’ora del pranzo era giunta.
Decidiamo di lasciare Porretta Terme e di dirigerci verso un’altra località, magari dove poter mangiare i nostri panini imbottiti con del buonissimo Prosciutto di Parma e Mortadella di Bologna. Un profumo da vera quolina usciva dalla nostra borsina per il picnic. Riprendiamo l’auto e ci rimettiamo in moto alla scoperta del Lago di Suviana. Un lago dai colori che vanno dal verde acqua al verde intenso, come proprio i laghi di alta montagna, circondato da una costa che in alcuni tratti permette anche la possibilità di scendere con le canoe. Tutt’intorno regnano alti alberi, meravigliosi abeti dai folti rami che rendono l’atmosfera ancora più surreale.
Qui è possibile prendere anche a noleggio lettini o fare una grigliata con gli amici o la famiglia nelle aree attrezzate che si trovano disseminate nella grande pineta. Finalmente troviamo il posto che fa al caso nostro in riva al lago e ci assaporiamo i nostri panini squisiti, fatti come una volta.
Rimaniamo qui seduti a contemplare il paesaggio davanti ai nostri occhi, per poterlo vivere e rivivere ogni volta che vorremo nei ricordi della nostra mente.
Ciao Lizzano, a presto.